La ruota del tempo - Robert Jordan

“La ruota del tempo” è un colosso fantasy, da tanti definita la migliore saga dopo il primo ed inimitabile lavoro di Tolkien. E proprio di quest’ultimo era un grande fan Robert Jordan, autore del ciclo ambientato in un mondo fantastico in cui il male, impersonificato nella figura del Tenebroso, deve essere combattuto per la salvezza di tutti.
Il primo capitolo della saga è molto legato allo stile tolkieniano: in un villaggio sperduto nella terra dei Fiumi Gemelli (il luogo più sperduto ed isolato, come potrebbe essere la Contea della Terra di Mezzo) il giovane pastore Rand e i suoi amici sono costretti a lasciare casa iniziando seguendo la Aes Sedai Moraine, come gli Hobbit si affidano allo stregone Gandalf: i primi inesperti del mondo, i secondi uguali fra loro per saggezza, fermezza, potere e mistero. Ad inseguirli sono manipoli di Trolloc guidati da Myrddraal, che rispecchiano non poco rispettivamente gli Orchi e i Nazghul del Signore degli Anelli. Se l’Uomo verde ricorda tanto Barbalbero, non si può leggere di Lan e dei suoi regali lati nascosti senza pensare ad Aragorn.
La prima innovazione di Jordan è ciò che dà il titolo alla saga: la ruota del tempo. Questa ruota che, girando, tesse il disegno del mondo, decidendo il destino di ogni essere vivente, giorno dopo giorno, epoca dopo epoca. Ma, come si intuisce dopo pochi capitoli, non tutto è deciso, anzi succede spesso che si creino delle grinze in questo disegno. Il ruolo dei protagonisti sarà proprio quello di impedire alcune di queste grinze o, al contrario, di esserne la causa, cercando di impedire al Tenebroso di avere potere sul mondo.
“L’occhio del mondo” è un volume introduttivo, che però riesce ad appassionare e a far ambientare il lettore in questa realtà fantastica,fatta di magia e razze uniche nel loro genere anche nel mondo fantasy (ad esempio gli Ogier), aprendo tante domande e lasciando il lettore con un’insaziabile voglia di sfogliare immediatamente il secondo capitolo della saga.